3.28.2014

IN ORBIT THE BOILER - CASA SENZA USCITA



ward shelley and alex schweder: in orbit

the boiler, new york

now through april 5th, 2014




ward shelley and alex schweder have been living on a 25-foot rotating wheel made from wood, steel, and household furniture as part of a performance architecture installation. ‘in orbit’ is set at the boiler, new york where the two artists have inhabited a circular structure for 24 hours a day successively since february 28th, 2014. perched on opposite ends of the wheel — one around the inside and another on the outside — shelley and schweder must carefully coordinate their movements in tandem around the spinning dwelling, emphasizing the synergy and collaboration necessary in the everyday. various furniture and accommodations such as desks, microwaves and beds are fixed along circumference, providing the artists with the daily necessities they need to eat and sleep. the structure will remain on view in the exhibition space as an installation until april 5th, 2014.



http://www.designboom.com/art/ward-shelley-alex-schweder-inhabit-human-hamster-wheel-03-10-2014/


ward shelley + alex schweder human hamster wheel in orbit

ward shelley + alex schweder inhabit human hamster wheel
the artist duo are perched 180 degrees from each other
progetto personale 2010 - con Beppe Finessi - UNA CASA SENZA USCITA


Il progetto "In Orbit The Boiler" mi ha fatto pensare alla "Casa Senza Uscita", tema del corso di Architettura di Interni curato da Beppe Finessi. Nel mio progetto il peso del corpo innescava il movimento verticale fra due spazi abitabili, sostenuti da una puleggia e due carrelli, che avrebbero compromesso "per sempre" la via d'uscita.

3.26.2014

Carlo Moretti alla Milano Design Week ℅ Duvetica


7 aprile 2014: la CARLO MORETTI inaugura il nuovo punto vendita/showroom
in via della Spiga 48, Milano

7 – 13 aprile 2014: MONOLITE, sculture in vetro dalla collezione privata dei
fratelli Carlo e Giovanni Moretti presso DUVETICA store,
via Santo Spirito 22, Milano
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Doppio appuntamento il 7 aprile a Milano, durante la settimana del Salone del Mobile.
Apre in via della Spiga 48 il nuovo negozio/showroom della Carlo Moretti,
storica “fabbrica d’autore” veneziana fondata nel 1958.
Lo stesso giorno inaugura, nel Duvetica store di via Santo Spirito 22,
la mostra “Monolite”, sculture in vetro appartenenti
alla collezione privata dei fratelli Moretti, alcune delle quali mai esposte prima al pubblico.




In entrambe le sedi, anteprima per la stampa dalle 10.00 alle 16.00;
inaugurazione dalle 18.30 alle 22.00.




Duvetica

Carlo Moretti
Carlo Moretti
Carlo Moretti

Duvetica



Carlo Moretti è tra le più note fabbriche nel panorama del vetro contemporaneo e alcune sue opere sono presenti nelle collezioni di importanti musei d’arte decorative del mondo. Più che un negozio, quello di via della Spiga è un laboratorio dedicato al design contemporaneo. Per l’apertura viene ripresentato in una nuova veste il noto trittico Carlo Moretti, in edizione numerata, che riguarda le tre opere in Cristallo di Murano rappresentative della storia e della creatività dell’azienda: il vaso Ovale con piede (1977), il vaso Cartoccio (1983), il vaso Asimmetrico (1985).
Saranno esposte anche tutte le collezioni realizzate dalla Carlo Moretti, dalla produzione storica alle ultime realizzazioni.

La mostra presso il Duvetica store, aperta al pubblico fino al 13 aprile e a cura di Ettore Mocchetti e Giovanni Moretti, vuole evidenziare il percorso di ricerca dell’azienda condotto nei processi del vetro al di fuori dei canoni industriali, che raggiunge l’apice nella realizzazione dei Monolite, opere uniche nel loro insieme di tecniche, colori e forme differenti.

"E" CONGIUNZIONE SEMPLICE #progetto working progress


“E CONGIUNZIONE SEMPLICE” - GIUSEPPE/SCRITTOIO

”In grammatica la lettera “E” svolge la funzione di unire le parti di un discorso per ottenere un senso compiuto. Così nel progetto dello SCRITTOIO GIUSEPPE la lettera “E” ha ispirato la congiunzione fra forme ed elementi diversi, la creazione di strutture flessibili, componibili e articolate, l’accostamento di materiali prestigiosi e demodè - come la radica e l’ottone - con legni economici e contemporanei.

Ci proponiamo di realizzare una linea di complementi di arredo pensati come un vero e proprio esercizio “grammaticale” dove le parti che formano l’oggetto/discorso vengono unite grazie alla congiunzione per eccellenza, la lettera “E” appunto.”

#working progress
#ricerca materiali
#maestranze milanesi
#milano design week
#serafini store
#ottone
#radica
#io e "e"



io e "e"

tubi ottone || fornitore milano sud

tubi ottone || fornitore milano sud

tubi ottone || fornitore milano sud


radica di pioppo










3.21.2014

Inzio con il presentarvi il logo che ho progettato #fuorisalone2014

logo per lo scrittoio GIUSEPPE - linea "E-CONGIUNZIONE SEMPLICE"




presento al FUORISALONE 2014 | “E” CONGIUNZIONE SEMPLICE



”In grammatica la lettera “E” svolge la funzione di unire le parti di un discorso per ottenere un senso compiuto. Così nel progetto dello scrittoio Giuseppe la lettera “E” ha ispirato la congiunzione fra forme ed elementi diversi, la creazione di strutture flessibili, componibili e articolate, l’accostamento di materiali prestigiosi e demodè - come la radica e l’ottone - con legni economici e contemporanei.
Il risultato è una sintassi asciutta, classica, provocatoria e personale.
Ci proponiamo di realizzare una linea di complementi di arredo pensati come un vero e proprio esercizio “grammaticale” dove le parti che formano l’oggetto/discorso vengono unite grazie alla congiunzione per eccellenza, la lettera “E” appunto.”

collaboratori: 
Eloise Morandi designer - Milano 
Falegnameria Andrea Vallati - Fermo
Officina Savial - Fermo

Stefano Borioni è originario delle Marche, milanese di adozione. Si è laureato al Politecnico di Milano, redattore Beppe Finessi. Ha collaborato con studi di architettura nella progettazione di arredi nel settore retail e ristrutturazione di edifici storici. Ha ideato e progettato spazi espositivi fieristici italiani ed internazionali per marchi moda, case private, concorsi di architettura e design.
L’analisi dei progetti attraverso la realizzazione di modellini è per lui fondamentale.
I suoi mentori: Giuseppe Terragni, Enzo Mari, Ettore Sottzass e Carlo Scarpa.
In parallelo si dedica all’arte sequenziale, il fumetto, ed è un appassionato scrittore di storie brevi.



3.17.2014

TRIENNALE DI MILANO 2012 - GILLO DORFLES RACCONTA IL KITSCH


A cura di Gillo Dorfles
Con Aldo Colonetti, Franco Origoni, Luigi Sansone e Anna Steiner
La Triennale di Milano presenta la mostra Gillo DorflesKitsch - oggi il kitsch curata da Gillo Dorfles, insieme con Aldo Colonetti, Franco Origoni, Luigi Sansone e Anna Steiner. 
Nel 1968 esce “Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto” edito da Mazzotta, una serie di approfondimenti teorici che hanno aiutato a descrivere il concetto di kitsch in tutte le sue articolazioni; concetto che Dorfles per primo ha contribuito in modo decisivo a definire, a livello internazionale.
Il testo di Dorfles è una vera pietra miliare per la comprensione e l’evoluzione del “cattivo gusto” dell’arte moderna; afferma che alcuni capolavori della storia dell’arte come il Mosédi Michelangelo, la Gioconda di Leonardo sono “divenuti emblemi kitsch perché ormai riprodotti trivialmente e conosciuti, non per i loro autentici valori ma per il surrogato sentimentale o tecnico dei loro valori”.
“L’industrializzazione culturale, afferma Dorfles, estesa al mondo delle immagini artistiche ha condotto con sé un’esasperazione delle tradizionali distinzioni tra i diversi strati socio-culturali. La cultura di massa è venuta ad acquistare dei caratteri assai diversi (almeno apparentemente) dalla cultura d’élite, e ha reso assai più ubiquitario e trionfante il kitsch dell’arte stessa.”



Nel citato libro di Dorfles vengono esaminati da alcuni studiosi vari aspetti del kitsch, dalle riproduzioni dozzinali di opere d’arte alla “musica di consumo”, dal cinema alla pubblicità, dal design all’architettura.
Alcuni artisti, soprattutto delle avanguardie, hanno riproposto immagini di capolavori della storia dell’arte, universalmente riconosciuti, per creare consapevolmente “ricercate opere” kitsch, ironiche, provocatorie o scandalose: è il caso dell’opera L.H.O.O.Q., 1919,un ready made ritoccato da Marcel Duchamp, versione con aggiunta di barba e baffi della Gioconda di 
Leonardo, dal titolo dissacrante (pronunciando il nome delle lettere in francese si ottiene la frase “elle a chaud au cul”).


La prima parte della mostra presenta… “ autori, i quali volutamente usano citazioni kitsch” (Gillo Dorfles).
Il percorso dell’esposizione continua con una serie di autori deliberatamente kitsch.




Afferma Gillo Dorfles: “qui vediamo alcuni artisti contemporanei che, intenzionalmente, creano opere con elementi che fanno riferimento alla cultura del kitsch”
Tra questi artisti Luigi Ontani, che con l’opera Er ciclopercurione, 1990, si avvicina a una figurazione fantastica che attinge e manipola con ironia suggestioni da differenti culture, linguaggi e tecniche espressive; Antonio Fomez con Michelino, 1966, ispirato alla Pop Art; Felipe Cardeña che con i suoi collage policromi presenta composizioni kitsch che sovrappongono fiori e frutti ritagliati da riviste; Leonard Streckfus crea collage in cui personaggi storici sono ritratti con ironia nella vita quotidiana; Corrado Bonomi realizza composizioni con vari oggetti che ironicamente trattano dei problemi dell’uomo; Limbania Fieschi con il suo gusto kitsch americaneggiante; Carla Tolomeo con le sue sedie sculture; Mario Molinari che nelle sue sculture accentua e deforma grottescamente parti anatomiche di esseri umani e animali e le teatrali composizioni di legno, stucco, resina e oggetti vari di Vannetta Cavallotti. Infine l’omaggio ironico a Salvador Dalì del Cracking Art Group attraverso la fusione di materie plastiche e foto e The Bounty Killart che crea sculture di gesso fortemente satiriche.
Tutte queste opere d’arte presenti in mostra forniscono una vasta rappresentazione delle personali interpretazioni di ciascun artista.
Una sala è dedicata all’artista olandese, naturalizzato italiano Rutger (Rudy) Van der Velde, giornalista, grafico pubblicitario, illustratore e artista che ha creato assemblaggi sorprendenti, ironici e ludici con materiali eterogenei, oggetti superflui provenienti dalla nostra società consumistica.
Un’opera in particolare I am free – I feel free, che presenta una gabbia contenente un uomo-automa e una libellula, mentre un’altra libellula all’esterno posata su un ramo gode la libertà, esprime chiaramente la sperimentazione nelle sue opere di una continua ricerca di sensazioni nuove e liberatorie da ogni vincolo di asservimento alla comune realtà. 
Nel corridoio che introduce alla mostra un tappeto interattivo composto da 5000 immagini kitsch che si animano al passaggio del pubblico porta il kitsch nel quotidiano, nella nostra vita di tutti i giorni. 
La mostra si chiude con l’ultima grande sala nella quale si trova una vera e propria giostra di oggetti kitsch di artisti anonimi, che sono citazioni e riproduzioni del kitsch oggi.
Afferma Gillo Dorfles: “Come sempre, sono l’intenzione e la consapevolezza, sia rispetto all’utilizzo delle tecniche sia nei riguardi dei contenuti, che trasformano un oggetto, una forma, ma anche un comportamento, in un’opera, in un linguaggio che sentiamo veri e autentici. Se non esiste la dimensione culturale, ogni forma d’arte è destinata a cadere nella trappola di un kitsch più o meno consapevole. La vera arte non è mai “maliziosa”; il kitsch lo è, e questa è la sua essenza. È necessario conoscerlo, anche frequentarlo e, perché no, qualche volta utilizzarlo, senza farsi mai prendere la mano. Perché il cattivo gusto è sempre in agguato”.
Accompagna la mostra il libro-catalogo “Gillo Dorfles. Kitsch: oggi il kitsch”, per i tipi di Editrice Compositori, a cura di Aldo Colonetti, Franco Origoni, Luigi Sansone, Anna Steiner, che ospita una conversazione tra Aldo Colonetti e Gillo Dorfles, riflessioni di Vittorio Gregotti, Ugo Volli, Fulvio Carmagnola, Denis Curti, Francesco Leprino, Bruno Pedretti; una particolare documentazione a cura di Luigi Sansone su opere di artisti “ispiratori” e che interpretano oggi questo stile. In chiusura una rassegna fotografica sul kitsch quotidiano, interpretato da oggetti, prodotti, immagini.

3.16.2014

NON POSSO TRATTENERMI...SONO DI CORSA

sedia per visite brevi.
IRONICA RISPOSTA DEL GENIO DI MUNARI ALLA PROSPETTIVA DELLA VITA DI CORSA.
PROGETTATA NEL LONTANO 1945, HA LE CARATTERISTICHE DI UNA SEDIA CLASSICA (NOCE CON INTARSI E SEDILE IN ALLUMINIO) MA PRESENTA UNA SEDUTA INCLINATA A 45°,
DESTABILIZZANTE RISPOSTA ALLA VITA CHE CORRE VELOCE,
ALLA FRENESIA CHE RUBA IL TEMPO.
di Bruno munari 1945



I MIEI MENTORI | CARLO SCARPA (i dettagli)












CARLO SCARPA/VENINI

"Quando, nel 1951, Frank Lloyd Wright, il famoso architetto statunitense, volle visitare le vetrerie Venini a Murano, egli fu letteralmente affascinato da un piccolo vaso verde e nero,
che cambiava in rosso quando era illuminato in una particolare direzione.
Ne ordino’ 25 repliche, ma i vetrai non ebbero piu’ modo di riprodurlo, e oggi quel vaso ha un posto in evidenza nella mostra allestita quale omaggio all’eta’ d’oro della manifattura vetraria del ventesimo secolo che deriva dal lavoro sperimentale dell’architetto veneziano" Carlo Scarpa (1906-1978).

fonte: http://libreriamoderna.files.wordpress.com/